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Camminando durante i mesi di Luglio, Agosto e Settembre tra gli stretti vicoli e viuzze dell’antico centro storico Salernitano, ci si può imbattere in alcuni cartelloni raffiguranti un’anguria. Seguendone le indicazioni ci si ritrova in un piccolo slargo circondato da palazzi. I semi dell’anguria, come le molliche della celebre fiaba, ci hanno portato al “largo dei Barbuti” dove, annualmente, si tiene il festival teatrale omonimo.
Il quartiere, che abbiamo idealmente percorso, prende probabilmente la sua denominazione dai dipinti presenti sulla facciata della chiesa di Santa Maria dei Barbuti che ritraggono i principi “dalle lunghe barbe” (i barbuti appunto) i cui nomi sono tutt’oggi ricordati nella toponomastica di questo rione.
L’omonimo Teatro dei Barbuti è iniziato come uno sforzo per rivitalizzare quest’area in un epoca in cui appariva come un quartiere perduto, ai margini dell’esistere, in cui la smobilitazione susseguente all’evento sismico del novembre dell’80’ era stata pressocché totale. Sin dal suo esordio nel luglio del 1983, il festival ha assunto una crescente rilevanza, divenendo uno degli appuntamenti culturali più attesi della città. Ogni anno il quartiere riscopre il proprio legame con il suo glorioso passato longobardo, quando le sue anguste strade erano il fulcro dell’attività culturale e sociale, servendo come punto di riferimento per pellegrinaggi residenze di cortigiani e dignitari.
Le scelte dei programmi e la crescita culturale della manifestazione negli anni ha ulteriormente acclarato il concetto e l’idea del Centro Storico come quartiere/spettacolo della città. Sul questo palcoscenico “sotto le stelle”, com’era nel sogno del fondatore Peppe Natella, si sono avvicendati tantissimi artisti e compagnie teatrali italiane e internazionali. Tra gli altri citiamo: Concetta Barra, James Senese, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Lelio Luttazzi, SisterAct, Yves Le Breton, Michele Placido, Lando Buzzanca, Valeria Valeri, e tanti altri.
Le scelte dei programmi e la crescita culturale della manifestazione negli anni ha ulteriormente acclarato il concetto e l’idea del Centro Storico come quartiere/spettacolo della città. Sul questo palcoscenico “sotto le stelle”, com’era nel sogno del fondatore Peppe Natella, si sono avvicendati tantissimi artisti e compagnie teatrali italiane e internazionali. Tra gli altri citiamo: Concetta Barra, James Senese, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Lelio Luttazzi, SisterAct, Yves Le Breton, Michele Placido, Lando Buzzanca, Valeria Valeri, e tanti altri.
Solo per fare qualche numero il festival ha prodotto ormai 9.000 spettacoli con una presenza complessiva di 900.000 spettatori e ha coinvolto 15.000 attori e tecnici, divenendo un appuntamento fisso nel panorama culturale della città.
Nel tempo, accanto alla kermesse principale, si sono aggiunti altri appuntamenti, anch’essi diventati fissi e attesi:
Per celebrare il ricordo del professore Natella, oltre al successo, continuamente rinnovato, del Teatro dei Barbuti e una targa in ceramica apposta presso lo slargo del teatro, a partire dal 2016, è stato istituito il “Premio Peppe Natella” che ogni anno, alla fine del festival, viene attribuito a un personaggio culturalmente di spessore.
Gli artisti e intellettuali attualmente insigniti del premio sono, in ordine cronologico:
2016 – Peppe barra
2017 – Benedetto Casillo
2018 – Michele la Ginestra
2019 – Pino Strabioli
2020 – Michele Placido
2021 – Gianluca Foresi
2022 – Massimo Venturiello
2023 – Anna Mazzamauro
Camminando durante i mesi di Luglio, Agosto e Settembre tra gli stretti vicoli e viuzze dell’antico centro storico Salernitano, ci si può imbattere in alcuni cartelloni raffiguranti un’anguria. Seguendone le indicazioni ci si ritrova in un piccolo slargo circondato da palazzi. I semi dell’anguria, come le molliche della celebre fiaba, ci hanno portato al “largo dei Barbuti” dove, annualmente, si tiene il festival teatrale omonimo.
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